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venerdì 23 maggio 2014

OUTLOUD - Let's Get Serious (2014)

OUTLOUD "Let's Get Serious" (AOR Heaven) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Heavy rock melodico, arena rock

Terzo album per la band greca che annovera due nuovi ingressi fra le proprie fila, ovvero Bob Katsionis (ch, tast - Firewind) ed il cantante americano Chandler Mogel, mostrando continui miglioramenti sia compositivi che di sound, toccando con "Get Serious" il loro momentaneo top artistico.
"Death Rock" è un inizio anfetaminico, condotto dall'indomita sezione ritmica formata da Sverd (bs) e George Kollias (bt - Nile), su cui svetta la potente ugola di Mogel e le affilate chitarre di Katsionis e Jim Scordilis, un heavy rock dal refrain molto melodico, anche se personalmente avrei convogliato diversamente tutta la 'furia' che caratterizza la strofa, e le mie aspettative trovano riscontro nelle successive "I Was So Blind" (ascoltate le melodie iniziali ed il refrain e ditemi se non vi ricordano - in chiave hard rock ovviamente - alcune melodie di Gigi D'Alessio!!!) e "One More Time", con sonorità che mixano spunti heavy rock con altri più tipici dell'AOR.

DIESEL - Into The Fire (2014)

DIESEL "Into The Fire" (Escape Music) voto: 90/100

Per Chi Ascolta: Bad Company ed FM

Dietro questo monicker si presentano oggi il valente cantante Robert Hart (Bad Company, Manfred Mann's Earth Band) ed il chitarrista/tastierista Jim Kirkpatrick (FM), assecondati da Jimmy Copley (bt - Paul Rodgers e Manfred Man Earth Band) e Pat Davey (bs - Seven), con ospiti del calibro di Adam Wakeman (tast), Steve Overland (vc, ch e produttore), Alisdair McKenzie (fiati su "Brand New Day").
Se pensate che una simile line-up possa offrire del succulento British rock, ebbene avete centrato pienamente il bersaglio e facendo vostro "Into The Fire" vi gusterete un brillante e divertente connubio fra FM e Bad Company (quelli dopo il primo split). Hart e Kirkpatrick si dimostrano in grande forma nelle loro rispettive interpretazioni, ed ispirati al momento della composizione delle dodici canzoni.

MOTHER ROAD - Drive (2014)

MOTHER ROAD "Drive" (AOR Heaven) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock Blues anni settanta, Bad Company, Whitesnake su tutti

The Mother Road, un altro nome con cui è conosciuta la celeberrima Route 66, è anche il nome scelto dal chitarrista Chris Lyne (Soul Doctor) e dal cantante Keith Slack (Steelhouse Lane e Michael Schenker Group) per identificare il progetto nato nel 2011 e che si è completato con l'innesto del tastierista Alessandro Del Vecchio, il batterista Zacky Tsoukas ed il bassista Frank Binke. Le undici canzoni del debut-cd "Drive" si abbeverano all'inconfondibile sound anni settanta, un hard rock misto di blues, sudore e passione, Free e ZZ Top, The Black Crowes e Led Zeppelin, Bad Company e King's X, il tutto realizzato da musicisti impeccabili che non antepongono la fredda perfezione esecutiva al caldo sangue che scorre nelle loro vene, e quanto si può ascoltare è un trionfante tributo ad una lontana stagione musicale irripetibile.

lunedì 28 aprile 2014

BALTIMOORE - Back For More (2014)

BALTIMOORE "Back For More" (BLP Music) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock

Con una ultraventennale e travagliata storia alle spalle, Björn Lodin e la sua principale creatura Balimoore tagliano il traguardo del dodicesimo album, un percorso che il cantante/compositore svedese ha intrapreso dopo aver lasciato i Six Feet Under, cambiando di frequente sia i compagni di viaggio che la propria collocazione, con diverse interruzioni per provare nuove 'case' come successo con Vision (insieme a Lars Eric Mattson), H.A.R.D. e Balls, ad esempio.
Le dieci nuove e ruspanti canzoni vedono Björn Lodin insieme a Mats Attaque (ch), Klas Anderhell (bt), Örjan Fernkvist (tast) e Weine Johansson (bs), un quintetto che propone un hard rock dei tempi migliori, ma senza alcun intento nostalgico, grazie ad una apprezzabile freschezza compositiva ed esecutiva, e l'aggressiva opener "Cry Out For Innocence" ne è felice testimonial con quella potenza sparata senza pudore dagli speakers, ma un'anima che odora di MSG ed Uriah Heep. "Don't Say No" è più accattivante ed orecchiabile, con un Attaque che conferma anche in questo brano le proprie doti di virtuoso e di gran macinatore di riffs, capacità che rendono godibilissimo il tempo medio "Until The End Of The Line" che richiama l'attitudine degli Europe di "Wings Of Tomorrow".

mercoledì 23 aprile 2014

SUNSTRIKE - Rock Your World (2014)

SUNSTRIKE "Rock Your World" (AOR Heaven) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Scandi-AOR, Europe, TNT, Treat, Bad Habit, Dreamtide, Eclipse

Ancora rock melodico di qualità dalla Svezia col debut album dei SunStrike, band formata sul finire del 2012 dal chitarrista Joachim Nordlund e dal batterista Johan Lindstedt degli Astral Doors, inizialmente raggiunti dal cantante Christian Hedgren (Twilight Force), ma presto completati dal tastierista Fredrik Plahn (Prey), dal secondo chitarrista Mats Gesar (Thalamus) e dal bassista Björn Lundqvist (Twilight Force). Qualche demo pubblicato sulla loro pagina Facebook suscitò l'attenzione di radio e di labels, in un susseguirsi che ha portato la band oggi a pubblicare il proprio lavoro d'esordio, una dozzina di brani carichi di energia, melodia e positività, un arrembante e roboante mix di sonorità che salverebbero dal suicidio anche la persona più disperata.
I ragazzi elaborano alla luce del tipico Scandi-AOR un ampio repertorio di influenze che vanno dai Bon Jovi ("Power Of Dreams") ai primi Europe (la titletrack in particolare), dai Treat (l'anthemica "Fireball") ai Bad Habit ("Right Track", "Never Let You Go"). Non mancano riferimenti ai TNT o ad altri illustri esponenti della scena melodic hard rock europea (chi ha detto Dreamtide?), ma tutto è ben amalgamato e reso con una propria freschezza che non infastidisce grazie anche al buonissimo lavoro di Erik Mårtensson (Eclipse, W.E.T) in fase di mixing e mastering.

ALIEN - Eternity (2014)

ALIEN "Eternity" (AOR Heaven) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Alien, Journey, Toto, AOR

La band svedese da culto Alien pubblica il loro primo full-lenght album da quando la classica line-up si è riunita, dopo la parentesi del 2005 quando su "Dark Eyes" figuravano i soli Tony Borg (ch) e Jim Jidhed (vc) insieme ad altri nuovi membri. Nel 2010 Tony e Jim hanno unito nuovamente le loro forze, ma questa volta insieme agli originali muisicisti Ken Sandin (bs), Jimmy Wandroph (tast) e Toby Tarrach (bt). Il frutto di tale rinascita è semplicemente stupendo, il miglior disco degli Alien da quello omonimo di debutto del 1989 dal quale ne resta al di sotto giusto per un pelo. Come sul citato album, anche in "Eternity" la band si avvale dell'aiuto di Pam Barlow e Janet Minto per la redazione di alcuni testi.
Giusto la voce di Jidhed (più roca e più controllata) ed il suono moderno sono i veri punti di differenziazione da "Alien", col quale le dodici nuove canzoni condividono il gusto per belle melodie, fragranti armonie vocali, la proposizione di splendide arie AOR anni ottanta.

giovedì 10 aprile 2014

WISHBONE ASH - Blue Horizon (2014)

WISHBONE ASH "Blue Horizon" (Solid Rock House Records) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Classic Rock

Formatisi oltre quarant'anni fa, i britannici Wishbone Ash rappresentano una solida realtà della scena rock internazionale, pur se sono incorsi inevitabilmente in alti e bassi, temporanee 'pause di riflessione' e seguenti riprese del cammino, e una delle prime bands ad aver adottato il sistema delle 'twin-lead-guitars'.
Andy Powell (vc, ch), ormai l'unico membro originario rimasto nei Wishbone Ash, è accompagnato da Muddy Manninen (ch - Havana Blacks, Gringos Locos), Bob Skeat (bs) ed il più giovane Joe Crabtree (bt - Pendragon) al terzo lavoro d'insieme, un quartetto che garantisce professionalità e solidità, con sonorità catalogabili nel Classic Rock e sintesi di diverse influenze che spaziano dall'hard rock al prog rock, dalla fusion al folk.
Le dieci canzoni sono godibilissime e ricche di spunti di interesse, di un qualcosa che colpisce l'orecchio, anche se funziona benissimo come compagnia di sottofondo durante le attività quotidiane, a partire dall'iniziale e classica "Take It Back", passando per i divertenti rock-blues "Deep Blues" e "Mary Jane" con dei begli assoli di chitarra anche in versione twin-leads, le più elaborate "Strange How Things Come Back Around", "Being One" e "American Century" maggiormente vicine al progressive rock.

GOTTHARD - Bang (2014)

GOTTHARD "Bang!" (G Records) voto: 75/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock melodico, Gotthard

Secondo album per i Gotthard 2.0 chiamati a confermare la buona ripartenza con "Firebirth" (2012) dopo la tragica scomparsa del leader Steve Lee.
Il mio approccio a questo disco è stato il più possibile libero da condizionamenti di come è stata la band col compianto cantante, vera forza motrice la cui assenza è difficile da colmare pienamente e probabilmente avrebbero fatto meglio i Gotthard a voltare pagina ricominciando con un altro nome. Ma si sa, dopo tanta fatica a costruirsene uno riconosciuto nel mondo, non è facile rinunciare a tutto ciò ed è sicuramente meno complicato provare a capitalizzare il massimo.
Nel suo complesso "Bang!" non mi è dispiaciuto e dimostra come l'attitudine a comporre brani accattivanti e forti riffs di chitarra sia ancora piuttosto presente nel DNA della band che, tuttavia, prova a ricostruirsi una propria nuova dimensione che sicuramente a diversi fans più ortodossi risulterà poco digestibile.

GAMMA RAY - Empire Of The Undead (2014)

GAMMA RAY "Empire Of The Undead" (earMusic/Edel) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Power Metal, Iron Maiden, Gamma Ray

Lo spazio fra "To The Metal" di quattro anni fa ed il presente "Empire Of The Undead" è stato parzialmente colmato da due EP ed un buon live album, così l'attesa un nuovo full-lenght-cd fra i fans della power band tedesca era molto alta e non so quanto i dieci brani proposti sapranno soddisfare le loro aspettative, e non penso che i Gamma Ray siano rimasti più di tanto influenzati dall'abbandono dello storico drummer Dan Zimmermann (rimpiazzato da Michael Ehré) e neppure dall'incendio che lo scorso novembre ha distrutto gli Hammer Studios di Kai Hansen ad Amburgo, lasciando intatte le prime registrazioni del nuovo album che sono state quindi completate in altri studi.
Di certo la band riesce a sollevarsi qualitativamente dalle ultime e deludenti prove in studio (ep esclusi), compositivamente assimililabili a poco riuscite copie in carta carbone del repertorio già noto ai fans, ma non tutto in questo "EOFU" brilla come potrebbe.

mercoledì 9 aprile 2014

HUMBUCKER - King Of The World (2014)

HUMBUCKER "King Of The World" (Humbucker Records/Music Buy Mail) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock, Ac/Dc, Aerosmith, Motley Crue

Secondo album per la band norvegese formatasi nel 1998 come tribute-band degli Ac/Dc interpretati con un approccio alla Motorhead/The Rods, scioltasi nel 2002 per i pressanti impegni lavorativi dei singoli musicisti, e tornata insieme nel 2010 per una one-off performance trasformatasi presto in desiderio di continuare e pubblicare infine nel 2011 il sospirato debut album "R.O.C.K.S" che ha ricevuto diversi apprezzamenti in giro per il mondo.
"King Of The World" vede il quintetto tornare alla carica con una serie di brani hard rock diretti, cattivi, sporchi, un ideale mix di Ac/Dc, Aerosmith, Motley Crue con al microfono un singer con le corde vocali della stessa fibra di Lemmy dei Motorhead, ma capace anche di interpretare con pulita passione la bella ballad malinconica "Harder Being Me", buon diversivo con lontane influenze southern rock.

lunedì 7 aprile 2014

VANDENBERG'S MOONKINGS - Vandenberg's Moonkings (2014)

VANDENBERG'S MOONKINGS "Vandenberg's Moonkings" (Mascot Label Group) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock classico, Led Zeppelin, Free, Whitesnake


Il pedigree artistico di Adrian Vandenberg è ben noto agli appassionati del genere hard rock, quindi sfoglio velocemente la lista delle bands nelle quali ha militato (Teaser, Vandenberg, Whitesnake, Manic Eden) e vado a concentrarmi sull'album che segna il suo rientro nel music biz dopo quasi due decenni di 'purificazione', un album realizzato con alcuni giovani, sconosciuti e talentuosi musicisti olandesi coi quali ha realizzato un lavoro a tutti gli effetti frutto di collaborazione di gruppo e non un 'semplice' lavoro solista.
Nelle dodici canzoni Adrian mette tutto il suo amore per l'hard rock degli anni settanta con particolare predilezione per Led Zeppelin, Free e Whitesnake, questi ultimi evocati anche dal timbro potente e caldo di Jan Hoving che ben si adatta alle composizioni di Adrian.

ALAIN CONCEPCION - R (2014)

ALAIN CONCEPCION "R" (Izkar Records) voto: 75/100

Per Chi Ascolta: Westcoast, AOR

Alain Concepcion è un cantante spagnolo con una vasta eperienza in diverse bands e altri progetti che spaziano dall'hard rock al soul, dal progressive rock al funky, ed un ep ("Izan Dira") pubblicato nel 2012 contenente tre brani originali più una cover di "Into The Night" di Benny Mardones.
Oggi torna protagonista sul mercato con l'album "R" (forse riferito all'iniziale di Romero, suo vero nome) di dieci canzoni fra composizioni originali e brani pescati dal repertorio altrui, restando sempre in un ambito strettamente AOR/Westcoast.
L'iniziale "If I'm Losing You" è introdotta da un delicato duetto pianoforte/archi e voce per aprirsi ad un AOR più potente ed intenso nella scia del primo Richard Marx e dei Journey con una buona prova di Alain ed un buon senso della melodia. "I Keep Forgetting" di Michael McDonald offre la possibilità al cantante iberico di sfoderare il proprio timbro appassionato e ruvido su sonorità tipicamente Westcoast per un risultato ben più che soddisfacente, replicando simili risultati nella semi-ballad "The Last Dance", cui il sax ed il piano conferiscono un'ambientazione tipicamente anni ottanta come si poteva facilmente ascoltare in tanti albums Westcoast/Rock-AOR del periodo. Il soul nero "Can't Touch You" ed il Westcoast sopraffino di "Give Me The Reason" (di Luther Vandross) sono elegantissimi e raffinatissimi, due brani ideali per piano bars di classe o serate estive all'aperto nel giardino di un aritstocratico palazzo rinascimentale.

giovedì 3 aprile 2014

ANUBIS GATE - Horizons (2014)

ANUBIS GATE "Horizons" (Nightmare Records) voto: 90/100

Per Chi Ascolta: Prog Metal Sinfonico di qualità

Ammetto le mie colpe e dichiaro pubblicamente di non conoscere i precedenti albums dei danesi Anubis Gate che, con "Horizons", tagliano il traguardo del sesto capitolo discografico che vede due nuovi innesti, ovvero Michael Bodin (ch - Third Eye) al posto di Jesper M Jensen, e Morten Gade Sørensen (bt - Pyramaze, Wuthering Heights) in sostituzione del quasi omonimo Morten Sørensen.
Pur se attiva dal 2001, la band sinora non è riuscita a farsi conoscere da un pubblico più ampio come successo ai suoi ideali competitors Dream Theater, Vanden Plas, Threshold, Circus Maximus e Seventh Wonder, ma le cose potrebbero migliorare con queste dieci nuove canzoni di progressive metal costruite sempre con un buon livello di melodia.
L'opener "Destined To Remember" è un'ottimo inizio con un sapiente dosaggio di melodia, potenza espressiva e malinconica epicità che avvolgono il fortunato ascoltatore lungo i suoi sei minuti di durata, mentre la successiva "Never Like This (A Dream)" mostra un songwriting più evoluto e complesso senza perdersi in sterili esibizionismi, così come mi sono piaciute le alternanze fra serrati fraseggi metal e stacchi dal sapore più tipicamente progressive, il tutto condito da una porzione strumentale centrale misteriosa ed oscura nella quale un assolo di chitarra acustica si erge con sentita partecipazione.

mercoledì 26 marzo 2014

LINDA & THE PUNCH - Obsession (2014)

LINDA & THE PUNCH "Obsession" (Escape Music) voto: 75/100

Per Chi Ascolta: Pat Benatar, Pink, power-pop

Pubblicazione insolita per catalogo della Escape Music, questo "Obsession" della ventunenne Linda si dirige verso un arioso ed energico power-pop che, grazie ai contributi degli esperti Steve McEwan (Robbie Willams, Foreigner, Eminem, James Blus, Roger Daltrey), Herman Rarebell (Scorpions), Tommy Denander (Paul Stanley) e del produttore Michael Voss (Michael Schenker, Mad Max), garantisce qualità e composizioni modellate sulla voce di Linda, a metà strada fra Pat Benatar, Robin Beck e Pink.
Il pedigree degli autori mantiene presente nei vari brani un fondo di melodic rock/AOR nella sua accezione più light, ma è indubbio come Linda intenda pescare la maggior parte dei suoi fans tra i giovani e gli adolescenti più inclini a consumare le varie Katy Perry del pianeta, offrendo loro al contempo una sostanza rock non riscontrabile nelle sue 'concorrenti'.

martedì 25 marzo 2014

SKINTRADE - Refueled (2014)

SKINTRADE "Refueled" (AOR Heaven) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Skintrade

Formatisi nel 1991 e con due albums pubblicato nel 1993 e nel 1995, gli Skintrade sembravano avviati verso una bella carriera facendo da spalla a bands come Motorhead, D.A.D. e Therapy, o grandi eventi quali Rock am Ring ed il Dynamo open air ma alla fine del 1995 i vari membri decisero di separare le proprie strade e soprattutto il cantante Matti Alfonzetti ha guadagnato una certa visibilità lavorando con Jagged Edge, Boxer, Damned Nation, Radioactive, Rage Of Angels, Impera ed i Red, White And Blues, oltre a tentare la strada da solista.
I fans non hanno mai smesso di chiedere la reunion della band, fatto che si è concretizzato nel maggio 2011 con l'album "Skintrade - Past And Present", un 'best of' che vedeva alcune nuove composizioni a fianco di versioni rimasterizzate di precedente materiale, ed oggi abbiamo fra le mani il primo full-lenght-album dal 1995, un cd che riflette la natura reale della band svedese, ovvero brani energici basati su potenti riffs ed una buona dinamica, un'attitudine hard rock condita da un invidiabile senso per buone melodie senza scivolare in cliche ipersfruttati e questo è un plus da lodare per Matti Alfonzetti (vc), Hakan Masen Persson (bt), Håkan Calmroth (bs) e Stefan Bergström (ch).

lunedì 17 marzo 2014

THE MILESTONES - Higher Mountain - Closer Sun (2014)

THE MILESTONES "Higher Mountain - Closer Sun" (Turenki Records) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Southern Hard Rock americano

Ci sono storie che fanno pensare sulla passione, la costanza, la volontà di portare avanti un progetto nonostante la strada non sia così facile e neppure così cosparsa di glorie e trionfi, eppure anche il solo fatto di percorrerla insieme agli amici è fonte di gratificazione e nutrimento spirituale e questa immagine mi è evocata leggendo la storia dei finlandesi The Milestones, insieme da venti anni con la stessa line-up ed autori di soli quattro albums con "Higher Mountain - Closer Sun" a celebrare i quattro lustri di attività.
La loro musica ricca di influenze southern rock è emozione, sudore e gioia nel suonare, elementi che trasudano da ogni nota delle undici canzoni del cd ed entrano direttamente nella testa e nel cuore dell'ascoltatore facendo venire voglia di muoversi, danzare, suonare la propria fedele air-guitar. Dall'iniziale e veloce "Walking Trouble" impregnata di Black Crowes e Aerosmith, passando per la più ironica e cadenzata "Shalalalovers" o la rispettosa cover del classico "Drivin' Wheel" dei Foghat, il quintetto nordico non si risparmia di certo e sa come colpire il cuore con l'acustica e sentita ballad "Grateful" che ci fa scoprire un lato più intimo della ruvida voce di Olavi Tikka.

venerdì 14 marzo 2014

THE VINTAGE CARAVAN - Voyage (2014)

THE VINTAGE CARAVAN "Voyage" (Nuclear Blast Records) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: primi Black Sabbath e Led Zeppelin, Cream, King Crimson, etc

La base di questo giovanissimo trio è situata vicino a Reykjavik, Islanda, ed i loro natali risalgono al 2006 quando fu formata da due fratelli dodicenni (!!!), ovvero Óskar Logi (vc, ch) e Guðjón Reynisson (bt) i quali, dopo aver trovato in Alex Örn il bassista ideale, hanno cominciato a comporre canzoni e suonare dal vivo, pubblicando nel 2011 il loro debut album. "Voyage" vide la luce l'anno successivo, ma a questo punto arriva la Nuclear Blast che prepara un'adeguata release all'inizio del 2014 per il resto dell'Europa e gli Stati Uniti.
L'hard rock blues dai tratti psichedelici professato dai TVC è a tratti reminiscente di Cream, Jimi Hendrix, Black Sabbath e tante altre bands dei primi anni settanta, e tutto questo viene esplicitato sin dall'iniziale "Craving", devastante rocker selvaggio e maturo al contempo, una sferzata di pura energia, mentre "Let Me Be" offre un maggior controllo della potenza come dimostrato dalla lunga porzione solista, potenza che tuttavia esce con grande naturalezza dagli speakers.

DON AIREY - Keyed Up (2014)

DON AIREY "Keyed Up" (Mascot Records) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Deep Purple, Rainbow, Gary Moore

Il leggendario e virtuoso tastierista Don Airey ha trovato una propria stabile casa nei Deep Purple, nei quali ha preso il posto da ormai dodici anni del mai abbastanza compianto Jon Lord, ma il suo nome è citato in oltre duecento dischi da metà anni settanta ad oggi, annoverando importanti partecipazioni in bands quali Rainbow, Gary Moore, Ozzy, Judas Priest, Black Sabbath, Jethro Tull, Whitesnake, Saxon, Wishbone Ash, Steve Vai, Ten, Colosseum II, Sinner, Michael Schenker, Empire, Thin Lizzy, Brian May e Cozy Powell per citarne solo qualcuno.
Oggi è giunto il momento del suo quarto album solista dopo "K2 - Tales Of Triumph & Tragedy" (1989), "A Light In The Sky" (2008) e "All Out" del 2011. Anche su questo suo nuovo parto troviamo diversi ospiti che si alternano soprattutto al microfono, mentre il nucleo inamovibile è costituito da  Darrin Mooney (bt - Primal Scream), Laurence Cottle (bs - Black Sabbath), Rob Harris (ch - Jamiroquai) e Carl Sentance (vc - Persian Risk). Con grande gioia scopriamo che su un paio di tracce vi sono registrazioni inedite di Gary Moore, ma di queste ve ne parlo fra poco.

lunedì 3 marzo 2014

OVERLAND - Epic (2014)

OVERLAND "Epic" (Escape Music) voto: 80

Per Chi Ascolta: FM (la band ed il genere), Toto, Seventh Key

Dopo cinque anni Steve Overland (Wildfire, The Ladder, Shadowman e soprattutto FM) dà una nuova lucidatina alla sua carriera solista che già vanta due buonissimi albums ("Break Away" nel 2008 e "Diamond Dealer" l'anno successivo) e lo fa con "Epic", album prodotto (e in parte suonato) dal valente Mike Slamer (Streets, Steelhouse Lane, Seventh Key, etc) che garantisce anche un suono di prima categoria, pulito ed energico come il genere richiede ai migliori. Accompagnato da Christian Wolff (ch, tast - Rob Moratti, On The Rise), Larry Antonino (bs - Unruly Child, Hurricane, Brad Gillis, etc), Jay Schellen (bt - Air Pavilion, GPS, Hurricane, Sircle Of Silence, Unruly Child, World Trade, etc), Billy Greer (Kansas, Seventh Key) e Billy Trudel (The City, Dirty White Boy) ai cori, Fredrik Bergh (Street Talk, Bloodbound) alle tastiere in un paio di brani, Steve ci delizia con dieci brani di immacolata matrice AOR, molto più vicini al modello FM rispetto ai precedenti albums solisti e con un riconoscibile tratto alla Seventh Key dovuto alla forte personalità di Slamer, e ciò non suoni in senso negativo!

venerdì 7 febbraio 2014

RON KEEL - Metal Cowboy (2014)

RON KEEL "Metal Cowboy" (Wild West Media Production) voto: 90/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock e New Country fusi in un sano Metal Cowboy!

Dopo tanti anni, progetti e dischi, giunge per Ron Keel il momento del suo primo, vero album solista ed è un gran bel disco da godere senza risparmiarsi un attimo.
Partito giovanissimo dal natio Texas a Nashville in cerca di farsi strada nel panorama rock, Ron arriva a Los Angeles e registra il suo primo disco cogli Steeler nei quali divide i solchi con un giovane, altezzoso quanto talentuoso chitarrista svedese chiamato Yngwie Malmsteen, ma una scelta simile imposta da Mike Varney, patron della Shrapnel Records, non poteva durare molto a dispetto del clamore suscitato ed infatti poco dopo la band si sciolse e Ron fondò una band a proprio nome, Keel, che ebbe tante soddisfazioni ed altrettante delusioni coi quattro studio-albums pubblicati fra il 1984 ed il 1987, riesumando questo monicker nel 1998 (scarsi risultati) e nel 2010 (il buon "Streets Of Rock And Roll"). Nel frattempo Ron ci aveva provato con gli Iron Horse e col Ron Keel's Fair Game, circondato da quattro avvenenti musiciste, ma non era destino che trovasse la sua pace artistica con questi progetti.

HUIS - The Guardian Angel (2014)


HUIS "The Guardian Angel" (Unicorn Records) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Progressive Rock, neo e tradizionale

Seppur "TGA" sia il primo album degli Huis (che in olandese significa Casa), la band in realtà è formata da affermati veterani della scena musicale di Montreal che sul finire del 2009 hanno unito le proprie forze completando più recentemente i ranghi: Michel Joncas (bs), Pascal Lapierre (tast), Sylvain Descoteaux (vc), William Régnier (bt) e Michel St-Père (ch - Mystery).
Il quintetto si cimenta con un progressive rock piuttosto classico, muovendosi all'interno di ampi confini che hanno in Mystery, IQ, Marillion e Arena i quattro lati portanti della loro proposta musicale, ma su cui i nostri sanno come lavorare per estrarre il meglio dal proprio talento e proporlo con grande dedizione e passione.
Gli undici episodi ci tengono compagnia per oltre settanta minuti di musica ammantata da grandi orchestrazioni, cambi di tempo, dilatati squarci strumentali sia di chitarra che di tastiere, ponendo il tutto al servizio dell'ascoltatore e senza cadere nel tranello di buttare qualche cambio di tempo ad effetto o svisata virtuosistica tanto per tirarsela un pò, di certo questi personaggi non ne hanno bisogno e preferiscono sedurre l'ascoltatore con le loro capacità. Questa attitudine emerge in particolare nei due suggestivi strumentali "Oude Kirk I" e "Oude Kirk II" (ispirati alla più antica chiesta di Amsterdam) dove viene anteposto il trasferimento di emozioni e di suggestioni alla spettacolarità autocelebrativa di assoli strabordanti o istrionici cambi di tempo.

martedì 4 febbraio 2014

THE TREATMENT - Running With The Dogs (2014)

THE TREATMENT "Running With The Dogs" (Spinefarm Records) voto: 75/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock, Ac/Dc, Guns N Roses, Status Quo, etc

Gli inglesi The Treatment provengono da Cambridge dove si formarono nel 2008 e da cui iniziarono un duro lavoro in studio e sui palcoscenici per costruirsi un seguito costellato dal primo album "This Might Hurt", registrato negli studi di Steve Harris degli Iron Maiden, e da vari tours con Alice Cooper, Steel Panther e Motörhead, culminati nell'ultimo biennio dall'apertura per i concerti americani dell'accoppiata Kiss/Motley Crue, dal supporto agli Status Quo nel loro reunion tour, dal recentissimo tour inglese degli Airbourne terminato da pochi giorni, entrambi questi ultimi due eventi risultati completamente sold-out.
Ora ci troviamo ad esaminare "RWTD", tredici esplosive tracce di hard rock diretto, crudo e giovane, che qualcuno potrebbe liquidare frettolosamente come un distillato dal songbook di Ac/Dc, Def Leppard, Motley Crue, UFO, Thin Lizzy e Guns N Roses, mescolato ad un songwriting scaltro, pieno di attitudine e ricopertinato con un tratto adatto ai nostri giorni, e questo può essere affermato senza raccontare alcuna bugia, ma proviamo a scavare più a fondo e troviamo alcune belle sorprese.

lunedì 3 febbraio 2014

CHINA - We Are The Stars (2013)

CHINA "We Are The Stars" (Blue Martin Records) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock melodico anni '80

Uscito già da qualche settimane (ma da poco acquistato), "We Are The Stars" è l'ultima fatica in studio della band svizzera China, un album solare e allegro, ispirato alle ariose e melodiche sonorità americane anni ottanta, una ventata di allegria e positività che ogni tanto è necessaria e benvenuta, e chissenefrega se ciò va a discapito dell'originalità.
Le radici della band risalgono peraltro alla fine degli anni '80 con l'omonimo debut-album pubblicato nel 1988 ed altri quattro rilasciati sino al 1995 (imperdibile "Sign In The Sky" del 1989) quando "Natural Groove" tentò di accodarsi al carrozzone grunge reclutando un nuovo cantante, ma fallendo giustamente e miseramente nello scopo. Nel 2007 i China tornano insieme e pubblicano tre anni dopo il discreto "Light Up The Dark" capitanati nuovamente dal singer Eric St. Michaels e sempre col chitarrista Claudio Matteo quale unico superstite dell'originaria formazione.

venerdì 24 gennaio 2014

LOVER UNDER COVER - Into The Night (2014)

LOVER UNDER COVER "Into The Night" (Escape Music) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Scandi Hard Rock e AOR/Hard Rock Americano

Torna in pista con un nuovo scintillante album la band da Gothenburg (Svezia) che ha esordito nel 2012 col ben ricevuto "Set The Night On Fire". Mikael Erlandsson (vc, tast - Last Autumn's Dream, Heartbreak Radio, Radioactive, Salute, Northern Light, etc) e Mikael Carlsson (bs, ch, tats - Dogface) avevano gettato le basi di questo combo intorno al 1982 quando insieme militavano nei Rain, poi le loro strade si sono divise ed incrociate varie volte, ma almeno in questo progetto i due stanno andando alla grande e stanno deliziandoci con ottime composizioni di hard rock melodico a cavallo fra la scuola scandinava e quella americana.
Aiutati anche in questo cd da Martin Kronlund (ch - Dogface, Gypsy Rose, White Wolf, Salute, Overland) e da Perra Johnsson (bt - Coldspell), oltre che dall'ospite Ged Rylands (Ten, Hugo, Rage Of Angels) alle tastiere, i LUC sfornano un platter di undici brani tosti e melodici di qualità complessiva superiore al pur competitivo "STNOF".

giovedì 23 gennaio 2014

BERGGREN KERSLAKE BAND - The Sun Has Gone Hazy (2013)

BERGGREN KERSLAKE BAND "The Sun Has Gone Hazy" (AOR Heaven) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Classic Hard Rock Blues anni settanta, Led Zeppelin, Whitesnake, The Who, Black Sabbath, Uriah Heep

Succede nel 2005 che il cantante Stefan Berggren (M3, Company Of Snakes, Razorback, etc) conosce il leggendario batterista Lee Kerslake (The Gods, Toe Fat, Uriah Heep, Ozzy, David Byron, Living Loud) a Friedrichshafen (sud della Germania) ad un concerto che vede M3 ed Uriah Heep dividere il palco. Nel corso degli anni successivi sporadiche occasioni di collaborazioni portano i due a tentare una nuova avventura insieme e così nasce la BKB, completata da Tomas Thorberg (bs - Snakes In Paradise, Michael Schenker, John Norum) e da Joakim Svalberg (Opeth, Malmsteen) ad organo e moog.
La musica che esce da "The Sun Has Gone Hazy" è incredibilmente ricca di pathos e feeling, concentrata a riproporre il tipico sound del classic rock anni settanta che, come era tipico del decennio, non si pone particolari limiti stilistici se non quello di trasmettere sensazioni ed energia che durino qualcosa di più del mese successivo all'uscita del disco.

JULIAN ANGEL's BEAUTIFUL BEAST - Kick Down The Barricades (2013)

JULIAN ANGEL's BEAUTIFUL BEAST "Kick Down The Barricades" (Platinum Blonde Records) voto: 70/100

Per Chi Ascolta: Hair Metal fine anni ottanta

Terzo album per la band capitanata dal cantante/chitarrista/compositore tedesco Julian Angel, qui accompagnato da Frank McDouglas (bs) e Ramy Ali (bt - Freedom Call), nel quale il biondo artista compie un viaggio nel tempo e ci riporta al 1989 (come dichiarato dalla casa discografica) ad un certo modo di vivere ed interpretare l'hair metal, con anche i suoni che si rifanno a quel periodo. Bisogna ammettere che l'obiettivo è stato centrato dallo scatenato trio ed alcuni brani divertono e coinvolgono coi loro riffoni e la loro energia, ma per chi come il sottoscritto ha pienamente vissuto quel periodo queste dieci canzoni risulteranno nella maggior parte dei casi scontate, anonime e poco interessanti.
Fra i migliori momenti bisogna menzionare le prime tre canzoni del cd: "Bad Boys Never Dance" è diretta, vintage quanto basta, un Julian scatenato ed un buon refrain, anche se esso deve qualcosa ad altri ragazzacci con l'abitudine di correre selvaggi (ogni riferimento a "Bad Boys" dei Whitesnake è voluto); "Big Stuff" possiede quell'aurea funky tipica dei The Electric Boys e ci consegna un bel ritmo da assecondare, un accattivante ritornello ultra-orecchiabile e tanta energia positiva; "Can't Stand The Fiction" ha assimilato appieno i dettami scritti nel songbook dei primi Firehouse e abbina con successo melodia e potenza, un brano da ascoltare a volume alto in auto, in spiaggia, sui prati.

martedì 21 gennaio 2014

PRETTY WILD - Pretty Wild (2013)

PRETTY WILD "Pretty Wild" (Dead End Exit Records) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Hair Metal anni '80, Slaughter, Firehouse, Motley Crue, Winger, Skid Row...

Fondati nel 2006 a Malmoe in Svezia, i Pretty Wild cominciarono a professare il loro amore per l'hair metal anni ottanta e presto registrarono un demo a tre canzoni. Con Ivan Höglund (vc) al posto di Tim Petty, Krizzy Fields (ch), Kim Chevelle (bs) e Johnny Benson (bt) fecero molti concerti sia in Europa che negli USA, fatto che gli permise di pubblicare il primo EP "All The Way" per una label statunitense, ma questa volta le cose non funzionarono come si doveva. Meglio andò loro col debut album "All The Way" tanto che finirono anche in cima alle classifiche Billboard svedesi, l'album vendette tutte le copie stampate e riuscirono a tenere circa cento concerto in tutto il mondo. Nel 2010 Krizzy lasciò la band e fu rimpiazzato da Axl Ludwig col quale i Pretty Wild fecero un altro tour e di seguito cominciarono a lavorare sul secondo album che, dopo alcune traversie, vede ora la luce per la neonata Dead End Exit Records, e mentre scrivo queste righe anche un video dovrebbe essere pronto.

lunedì 20 gennaio 2014

NASHVILLE PUSSY - Up The Dosage (2013)

NASHVILLE PUSSY "Up The Dosage" (Steamhammer / SPV) voto: 85/100

Per Chi Ascolta: Hard Rock sporco e vizioso, divertente ed energico

Dopo alcuni anni di assenza dal mercato discografico, tornano i coniugi Blaine Cartwright e Ruyter Suys, supportati dal nuovo bassista Bonnie Buitrago e Jeremy Thompson, con quello che loro stessi definiscono il loro 'back in black' album, e bisogna ammettere che il loro pur ottimo "From Hell To Texas" è stato superato come qualità.
Ciò non preclude al quartetto di realizzare una manciata di canzoni che esprimono il loro polveroso, sleazy, energico, chiassoso e decadente hard rock che racchiude in sè il sarcasmo di Alice Cooper, la viziosa sensualità dei Rolling Stones, la ribellione dei Sex Pistols, la rumorosità dei Motorhead, il feeling sudista dei ZZ Top, l'aria della metropolitana malata degli Aerosmith, la spontaneità degli Ac/Dc, oltre all'ormai classico Nashville Pussy sound che emerge prepotente nei due minuti e poco più di "The South's Too Fat To Rise Again".

giovedì 16 gennaio 2014

AXEL RUDI PELL - Into The Storm (2013)

AXEL RUDI PELL "Into The Storm" (SPV / Steamhammer) voto: 80/100

Per Chi Ascolta: Axel Rudi Pell, Dio, Black Sabbath, Rainbow

Una bellissima copertina ci introduce al quindicesimo album (senza contare raccolte, etc) del guitar-hero tedesco Axel Rudi Pell che a 53 anni continua a macinare riffs inossidabili ed incorruttibili di sano heavy rock britannico forgiato nella storia da nomi quali Rainbow, Dio, Black Sabbath e Deep Purple, scuola senza tempo che Pell perpetua con ostinazione teutonica e dedizione totale.
L'unica vera novità di "Into The Storm" rispetto al passato è rappresentato da Bobby Rondinelli (Rainbow, Black Sabbath, Doro, Blue Öyster Cult, etc) che prende il posto del grandissimo Mike Terrana dietro le pelli, facendosi trovare pronto al suo posto e dirigendo il ritmo con la consumata esperienza che di certo non gli difetta.